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al testo di Vlad
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in gola, una pelle nuova di sudore.
chissà che non trovi pace questo dissacrato gesto
tra tiepide lenzuola. ed è ancora niente,
se anche nell'alzarmi, la chiave si gira al contrario. la pioggia rianima le radici, ma il fango è prima ancora dei vestiti.
e tra querce infreddolite riconoscevo i tuoi sorrisi come corde smorzate. è bene guardare i salici che vedono solo nella terra, il cielo.
mentre si frantuma il mio specchio. per non vederti completa.
il domani non agita le mani all'indietro a dipingere il giorno come carta da parati.
delusa. che il dire piombi come oltre il fiume l'argine di roccia. mentre occhi di sale sognano notti pallide come luci. ora che il mattino ritrova la vena verticale del tramonto
allora mai. saremo braccia piene di gelo.
se gli abiti che porta la morte
per te, sola, indossai. |
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